Come può il datore di lavoro evitare il contenzioso con i dipendenti? Come procedere prima di arrivare in Tribunale?

In ambito lavorativo può accadere che il datore di lavoro si trovi dinanzi ad una lamentela e richiesta di intervento di un lavoratore per circostanze che rischiano di compromettere la prosecuzione del rapporto lavorativo e per le quali il lavoratore intende agire per la tutela dei suoi interessi.

E’ per tale ragione che è bene conoscere le strade che entrambi possono percorrere, assistiti dai rispettivi professionisti, al fine di far sì che il rapporto datore di lavoro/dipendente possa continuare in maniera corretta e serena.

Cause delle vertenze al datore di lavoro

Il lavoratore che intraprende un’iniziativa nei confronti del proprio datore di lavoro ritiene evidentemente di aver subito un trattamento ingiusto, derivante da una decisione presa dal titolare nei suoi confronti. Si potrebbe trattare di questioni attinenti a ferie/permessi/congedi per malattia/infortunio o maternità/ questioni normative o economiche, fino a quelle relative al licenziamento.

Prima di instaurare un contenzioso contro il proprio datore di lavoro, il lavoratore deve fare presente quali sono le problematiche insorte causative di una situazione di disagio.

Il primo passo è, pertanto, quello di avviare una trattativa negoziale volta a dirimere la controversia. Il lavoratore si rivolgerà agli organismi di rappresentanza cui è iscritto, ma anche un legale di fiducia può mettersi formalmente in contatto con il datore di lavoro al fine di rappresentare la situazione cui si richiede rimedio.

Come evitare il contezioso tra datore di lavoro e dipendenti?

Una volta inquadrata la questione giuridica, il legale invierà una comunicazione formale, a mezzo raccomandata a/r o molto più probabilmente via pec, informando il datore di lavoro circa la necessità di un necessario confronto e punto d’incontro per giungere ad un accordo. Se le posizioni non sono totalmente difformi, la possibilità di chiudere bonariamente la vertenza non sono poche. Ovviamente se le reciproche istanze non trovano un terreno fertile per il riconoscimento dei diritti di entrambi diviene difficile pensare di trovare una soluzione concordata.

L’Ispettorato del Lavoro, dinanzi alla Direzione Provinciale del Lavoro, prima ancora del Tribunale, è l’Ente cui le parti s’incontrano, per verificare la fattibilità di una conciliazione.

In molti casi, il nostro Studio Legale che si occupa anche di consulenza aziendale e diritti dei lavoratori ha riscontrato che questo è un passaggio efficace.

In alcune circostanze non si riesce a raggiungere il risultato sperato neppure nella sede dell’Ente. Non si tratta di un passaggio obbligatorio, tranne per alcune circostanze (quando la controversia riguarda un licenziamento per giustificato motivo oggettivo nell’ambito di un «contratto certificato», quello nel quale le conseguenze delle condotte delle parti sono state tipizzate e previste in partenza).

come evitare il contenzioso con i dipendenti

La negoziazione assistita

Novità degli ultimi anni, a seguito della riforma del processo civile, elaborata dal Governo nel 2021 nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), è la procedura di negoziazione assistita, anche in quest’ambito, in quelle controversie che hanno come oggetto le indennità da corrispondere al lavoratore licenziato.

Questa procedura consente anche di effettuare una consapevole valutazione preventiva dei “pro e contro” della transazione. Facendo un esempio pratico, in giudizio, il dipendente potrebbe ottenere di ricevere un’indennità per un importo compreso tra il minimo di 2,5 e il massimo di 6 mensilità: in un caso simile, un accordo transattivo, stipulato attraverso la negoziazione assistita, potrebbe proporre un risarcimento che corrisponde a 4 mensilità, a tacitazione di ogni altra pretesa.

In questo caso, la transazione rappresenta una soluzione “win-win”, che avvantaggerebbe entrambe le parti in causa: il lavoratore sarebbe certo di ottenere un indennizzo dall’importo congruo, sicuro e determinato, senza attendere la decisione del giudice (che, valutate tutte le circostanze, potrebbe eventualmente avere un esito più sfavorevole per lui) e senza sostenere altre spese legali.

Da parte sua, anche l’azienda troverebbe vantaggio dalla proposta transattiva: a fronte di un esborso predeterminato, infatti, il datore di lavoro eviterebbe il maggior rischio economico derivante dall’eventuale soccombenza in giudizio che, oltre al versamento di una indennità risarcitoria maggiore, comporterebbe anche il pagamento delle spese di giudizio.

Il procedimento giudiziale dinanzi al Giudice del Lavoro

Se le procedure stragiudiziali e conciliative non hanno sortito effetto, si instaura un vero e proprio procedimento giudiziario, dinanzi al Tribunale territorialmente competenze, Sezione Lavoro.

L’instaurazione di un giudizio davanti al Tribunale del Lavoro segue, quindi, ogni tentativo stragiudiziale per trovare una soluzione condivisa, che possa appianare gli animi e riconoscere le rispettive pretese, nella logica di una reciproca collaborazione e volontà di conciliazione.

La conciliazione giudiziale

L’accordo transattivo può essere raggiunto anche in sede giudiziale, quando le parti, convocate davanti al Giudice del Lavoro, in seguito alla causa instaurata su istanza di una di loro, decidono di aderire al tentativo di conciliazione, proposto dall’organo giudicante.

A questo proposito, l’art. 420 del Codice di procedura civile prevede che il Giudice valuti l’opportunità di proporre una risoluzione della lite in via conciliativa, stabilendo i termini dell’accordo.
Se entrambe le parti decidono di transigere, la controversia trova la sua conclusione nella stipulazione del relativo accordo: di quest’ultimo viene redatto apposito verbale che avrà efficacia di titolo esecutivo.

Il contenzioso

Nel caso in cui anche il necessario tentativo del Giudice del Lavoro non riuscisse a mettere d’accordo datore di lavoro e lavoratore, allora, ognuna delle parti, assistita dal proprio legale di fiducia, rappresenterà in giudizio le proprie posizioni, supportate dalle necessarie prove da produrre al fine di fornire al Giudicante gli strumenti per addivenire al proprio convincimento, dando ragione all’uno o all’altro sulla base delle evidenze emerse nel corso dell’istruttoria procedimentale.

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