La fine di una convivenza è un evento spiacevole abbastanza ricorrente e che genera tutta una serie di conseguenze. Gli aspetti da considerare sono diversi e le complicazioni sorgono nel momento in cui bisogna stabilire a chi spettano i beni di uso comune.
In queste situazioni non trovano applicazione le norme relative alla separazione e al divorzio delle coppie dal matrimonio, per cui si prenderà come riferimento la disciplina codicistica, ovvero gli articoli del codice civile.
Fine della convivenza: aspetti generali
Quando due persone decidono di stare insieme, cioè di dar vita a una relazione e di condividere il medesimo tetto, non si fa altro che instaurare un clima di collaborazione e fiducia. Nella maggior parte dei casi non vengono stipulati accordi, ma una scrittura privata è sempre consigliabile al fine di evitare i comuni conflitti che si possono generare fra le coppie. Mettendo nero su bianco alcune condizioni si possono regolare senza fraintendimenti anche le eventuali modalità di restituzione e i rimborsi da effettuare in caso di cessazione definitiva del rapporto. Eppure quando la coppia è serena ed ha l’intenzione di iniziare un percorso comune chi pensa a mettere per iscritto le regole cui attenersi? Sappiamo tutti che nessuno lo fa. Siamo, però, altrettanto consapevoli che, purtroppo, il lieto fine non è per tutti.
Le questioni che sorgono, quindi, in caso di litigio riguardano soprattutto la sorte dei mobili, le spese che sono state sostenute nell’interesse comune della coppia, nonché i soldi che sono stati versati da uno dei due per effettuare riparazioni e ristrutturazioni dell’appartamento di proprietà dell’altro.
Come bisogna agire in simili circostanze? Un ex convivente può portare l’altro in Tribunale per ottenere la restituzione dei complementi d’arredo e degli altri oggetti di uso comune? In questo articolo si cercherà di fare maggiore chiarezza su questa tematica, ovvero di rispondere a più diffusi interrogativi, in maniera che possa essere chiaro quali sono i diritti e i doveri dei due partner nel momento in cui finisce la convivenza.
Fine della convivenza: restituzione dei mobili
Come principio generale è importante sapere che fra le persone conviventi non sorge una comunione legale dei beni, tipica delle coppie sposate. Gli acquisti, pertanto, rimangono di proprietà di chi ha pagato, nonostante i beni siano destinati all’utilizzo comune.
Tutto ciò vuol dire che i vari elementi che fanno parte dell’arredamento restano di proprietà di chi li ha pagati. In mancanza di una volontà specifica da parte del titolare di lasciare i mobili, quest’ultimi dovranno essere restituiti. Il titolare potrà, dunque, agire giudizialmente per ottenere i beni o comunque l’equivalente in denaro.
E’ bene sapere che chi rivendica la proprietà dei complementi d’arredo sarà tenuto a dimostrare di aver affrontato la spesa, cosa non sempre facile quanto il pagamento è avvenuto in contanti o manca la relativa ricevuta. A tal riguardo il giudice potrebbe ammettere la prova per testi.
In presenza di una prova scritta, quale la fattura, si può sempre richiedere un decreto ingiuntivo, ma questa regola resta valida solo per le spese straordinarie, cioè quelle che eccedono i normali obblighi di contribuzione che interessano le coppie di fatto.
Si ricorda che quando finisce la convivenza il partner che trattiene in modo illegittimo i beni dell’altro potrebbe subire delle pesanti conseguenze e rispondere del reato di furto.
Conseguenze simili si verificano con riferimento alle spese riguardanti la ristrutturazione della casa in cui è avvenuta la convivenza familiare. Quando la relazione giunge al termine, il partner che ha pagato gli interventi ha il diritto a ottenere il rimborso da parte dell’ex.
Altre cose da sapere
Posto che i beni di uso comune devono essere restituiti alla parte che li ha acquistati, la fine della convivenza pone dei dubbi anche in ordine alle spese ordinarie, cioè a quelle che i conviventi sostengono quotidianamente. Rientrano in questa categoria gli importi versati per saldare le bollette, per fare la spesa o per gli interventi di manutenzione.
Questi importi non sono oggetto di restituzione, salvo che venga disposto diversamente dalla scrittura privata sottoscritta dai rispettivi partner.
Un discorso differente meritano invece le spese straordinarie in merito alle quali vige il principio del rimborso. In altri termini ogni partner deve restituire all’altro i sostegni ottenuti, salvo che non siano oggetto di specifica donazione.
Nell’ipotesi in cui il rapporto tra i due ex conviventi sia talmente logorato da non consentire un dialogo sulla sorte dei beni comuni, potrete rivolgervi allo Studio Legale Capone per ricevere ampia assistenza giudiziale e stragiudiziale, nonché definire nel rispetto delle leggi in vigore, la restituzione dei complementi d’arredo e trovare un accordo sulle spese ordinarie e straordinarie relative al periodo di convivenza.
CONSULENZA LEGALE ONLINE
Lo Studio Legale Capone opera in tutta Italia ed offre la propria consulenza legale online a distanza, attraverso l’utilizzo delle moderne piattaforme informatiche per colloqui in videoconferenza.
In tal modo si consente a chi fosse impossibilitato a recarsi presso lo studio professionale, di poter ricevere assistenza ed i pareri legali richiesti.