Quando il Giudice emette una Sentenza di separazione con addebito sono diverse le conseguenze generate e non solo di natura strettamente patrimoniale. Chi ha la colpa della rottura di un rapporto subisce una sorta di sanzione, perdendo il diritto all’assegno di mantenimento e di altri benefici successori. Tuttavia, il nostro ordinamento prevede comunque alcune tutele, come ad esempio il diritto agli alimenti da corrispondere solo in caso di bisogno.
Separazione con addebito: aspetti generali
In alcuni casi un coniuge potrebbe chiedere all’altro la separazione con addebito, proprio perché lo ritiene responsabile della violazione dei diritti che riguardano il matrimonio. In buona sostanza è come se gli attribuisse la responsabilità della cessazione del rapporto. Ecco perché in passato si parlava di separazione con colpa.
L’esempio più classico di separazione con addebito ricorrere in caso di tradimento, comportamento che non permette di proseguire la normale e serena vita coniugale. Un coniuge che viene tradito, infatti, non tollera più di vivere con l’altro, tanto che i continui litigi potrebbero andare a danno dei figli.
A tal proposito si ricorda che la separazione con addebito, a norma dell’articolo 151 del codice civile, presuppone per l’appunto l’intollerabile prosecuzione della convivenza, nonché il pregiudizio nei riguardi della prole.
L’abbandono del tetto coniugale senza un giustificato motivo, nonché il venir meno agli obblighi di assistenza materiale e morale, sono altre circostanze che possono giustificare la separazione con addebito.
Il giudice, pertanto, una volta identificato il coniuge che è venuto meno agli obblighi derivanti dal matrimonio, pronuncia la sentenza di addebito e, a norma dell’articolo 156 del codice civile, stabilisce anche un assegno di mantenimento a favore della parte non responsabile della rottura.
Si ricorda inoltre che, così come disposto dall’articolo 548 del codice civile, il coniuge al quale viene addebitata la separazione perde anche i diritti successori, che invece spettano alla parte senza addebito.
Il coniuge colpevole della fine del rapporto potrà solo ricevere un assegno vitalizio a carico dell’eredità qualora, ma nel momento in cui all’apertura della fosse già percettore degli alimenti da parte del coniuge deceduto, ex articolo 433 del codice civile.
La natura della separazione con addebito
Alla luce di quanto chiarito si capisce bene che la separazione con addebito ha una funzione sanzionatoria. Più nel dettaglio, infatti, le conseguenze generate dalla pronuncia hanno un effetto di natura non soltanto patrimoniale, ma anche punitiva. In buona sostanza il coniuge al quale viene addebitata la separazione perde del tutto il diritto al mantenimento, nonché i diritti successori.
In ogni caso, affinché il giudice designato possa pronunciare la sentenza di addebito, è indispensabile che ricorrano determinati presupposti. Sul punto l’articolo 151 del codice civile al 2° comma prevede che ricorrano le circostanze e che ne sia fatta apposita richiesta.
Per ciò che riguarda le circostanze occorre che vengano violati di doveri che nascono dal matrimonio e che vi sia un nesso causale fra il comportamento contrario alla legge e la crisi coniugale.
Tornando all’esempio dell’infedeltà, il giudice potrà pronunciare l’addebito nel momento in cui la violazione del dovere coniugale sia stata la ragione scatenante della rottura della relazione. Conseguentemente, quando invece il tradimento è avvenuto nel periodo in cui marito e moglie non avevano più rapporti mancherà la prova del nesso eziologico, quindi senza soddisfare questo presupposto verrà meno l’addebito.
Bisogna poi far presente che la pronuncia dell’addebito è solo eventuale e resta sempre subordinata all’istanza di parte. Perché il Giudice possa esprimersi sull’addebito è necessario che l’interessato ne faccia espressa richiesta.
Separazione con addebito: a quali condizioni e cosa comporta
Il doppio addebito
Molti si chiedono se l’addebito possa essere pronunciato o meno a carico di entrambi i coniugi. La risposta è affermativa. Può infatti accadere che entrambi i partner propongono un’apposita richiesta al giudice, il quale, soddisfatti i presupposti e verificata la sussistenza del nesso di causalità, potrà pronunciare il doppio addebito con la medesima sentenza.
Questa situazione ricorre, ad esempio, quando la moglie accusa il marito di tradimento e lui sostiene di essere vittima della medesima violazione. A questo punto il giudice potrà addebitare la separazione a entrambi se ritiene che entrambi i partner abbiano contribuito a rendere intollerabile la prosecuzione della relazione.
I coniugi non possono sottoscrivere alcuna scrittura privata con la quale stabilire a chi attribuire l’addebito. La legge considera nullo un accordo di questo tipo.
L’addebito inoltre non può essere avanzato nel corso di una separazione consensuale, della negoziazione assistita e nel caso di separazione davanti al sindaco.
Cosa avviene a seguito di una separazione con addebito?
A seguito della sentenza di separazione con addebito avremo delle conseguenze patrimoniali. Il coniuge che ha subito l’addebito perde il diritto di percepire l’assegno di mantenimento e perde, altresì, i diritti successori, cioè i diritti sulle proprietà del partner dopo la morte di quest’ultimo. Tuttavia, la legge mantiene alcune tutele, come il diritto a ricevere gli alimenti, da corrispondere ovviamente, solo in caso di bisogno.
Alla pronuncia di addebito della separazione può seguire la condanna alle spese legali di controparte.
Conclusioni
Ci sono casi, in cui, tuttavia, nonostante sussistano tutti i presupposti per chiedere l’addebito della separazione, come in caso di infedeltà, il coniuge tradito preferisca raggiungere un accordo per la regolamentazione dei rapporti patrimoniali e soprattutto per l’interesse della prole, se presente. E’ per tali ragioni che non si deve dare nulla per scontato e che in tema di diritto di famiglia non c’è mai una scelta giusta, ma quella più opportuna per la salvaguardia degli interessi in gioco.
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